EDITORIALE di DON MAURIZIO su Camminiamo Insieme di Luglio/Agosto

SALVATE IL “SOLDATO” ALUNNO!

 

“Salvate il soldato Ryan” è un bellissimo film del 1998 diretto da Steven Spielberg e pluripremiato con gli Oscar.

Ambientato nella seconda guerra mondiale, racconta lo sbarco dell’esercito delle forze alleate nella Normandia occupata dai tedeschi.

I fratelli Ryan sono quattro e tutti partecipano all’operazione.

Durante lo sbarco muoiono tre di questi fratelli e l’unico sopravvissuto, James Francis Ryan, è disperso dopo il lancio con il paracadute.

Appresa la notizia della morte dei primi tre fratelli, lo Stato maggiore dell’Esercito degli Stati Uniti, da Washington, invia una missione in Normandia con il compito di riportare a casa James Francis Ryan e, ormai unico figlio, riconsegnarlo vivo ai genitori.

Da qui il titolo del film: “salvate il soldato Ryan”.

 

Questo film mi è venuto in mente mentre, in questi giorni di parziale ripresa della vita e delle attività dopo il lungo lock-down dovuto alla pandemia da coronavirus, sempre più mi accorgo che l’emergenza più preoccupante possa essere quella EDUCATIVA.

Hanno riaperto fabbriche e attività produttive, Bar e ristoranti, Chiese, Teatri e Cinema, è ripresa l’attività sportiva, il calcio di serie A..

Mi chiedo: “e bambini, ragazzi, adolescenti?

Certo, hanno aperto dei centri estivi ma con tali limitazioni per cui sono pochi e non a tutti accessibili.

Temo che questi mesi lasceranno strascichi pesanti nel cammino di crescita dei nostri ragazzi.

Intanto si è “perso” quasi mezzo anno scolastico.

Gli alunni più volonterosi, o dotati di mezzi idonei, hanno seguito lezioni a distanza ma la scuola non è “trasmissione di nozioni”.

La scuola è RELAZIONE. Relazione dell’alunno con una comunità educante (genitori, docenti, figure educative) che tirino fuori da ogni alunno quanto di potenziale è in essi.

Relazione con altri alunni coetanei che diventano compagni con cui vivere quelle dinamiche di confronto, amicizia, condivisione, che contribuiscono alla formazione della persona umana.

Quale “buco” lascerà nei nostri ragazzi l’assenza di relazione con compagni e docenti?

Quanto peserà la scelta del “comunque: tutti promossi” nella formazione dell’autostima dei ragazzi? (Non ha valore ciò che mi viene elargito senza merito).

Quanto peserà un esame di maturità dove l’alunno non ha potuto dimostrare, a sé stesso prima che a una Commissione, di aver raggiunto un traguardo di “maturità” umana e scolastica che lo abilita a nuove sfide nella vita?

Ma poi, quanto peserà per bambini e ragazzi la non-esperienza delle attività estive: Oratorio feriale, vacanze comunitarie, centri estivi proposti da Enti pubblici e privati?

Quanto peserà per i nostri adolescenti il non poter vivere l’esperienza di essere “animatori, responsabili” durante l’Oratorio feriale o la vacanza con i più piccoli.  Dedicare un mese o più delle proprie vacanze alla cura dei più piccoli ha un valore educativo fondamentale.

Quando potrà riprendere la vita scolastica, sociale, catechistica, oratoriana?

Sento alcune indicazioni per l’apertura dell’anno scolastico che mi lasciano perplesso.

Si ipotizza che, nelle aule, ci sia “distanziamento”.

Bene ma…come si traduce in concreto?

Abbiamo spazi per formare classi con meno alunni? No!

Siamo in grado di costruire nuove strutture o ampliare le esistenti? No!

La soluzione va cercata altrove…

Si ipotizzano doppi turni: metà alunni in classe al mattino e metà al pomeriggio.

Ma: abbiamo la possibilità di trovare docenti preparati per il raddoppio delle ore di insegnamento? No!

Abbiamo le risorse economiche per stipendiare l’eventuale raddoppio dei docenti? No!

E allora?

Io penso che a settembre la scuola debba, comunque, riprendere.

Perché questa è la VERA emergenza.

Con alcune precauzioni semplici e di nessun costo: si arriva a scuola e a tutti (alunni, docenti, personale) viene misurata la temperatura corporea. Chi supera una certa quota va a casa.

Lezioni normali, senza mascherina o divisori, avendo cura di arieggiare le aule ad ogni intervallo per alcuni minuti e chiedendo a tutti di igienizzare più volte le mani e al personale di curare molto la igienizzazione di aule, palestre, spogliatoi, strumenti…ogni volta che si ritenesse necessario.

Qualcuno paventerà il pericolo di un possibile contagio.

Premesso che, mi pare, i ragazzi siano tra le categorie meno attaccate dal virus, la paura di un possibile contagio non può portare alla sospensione delle attività educative.

Sarebbe come dire: “siccome c’è il pericolo che il ragazzo, mentre cammina per andare a scuola, venga urtato da un’auto, non andiamo più a scuola!

Ci può essere pericolo di un contagio (nel caso si chiuderà la scuola per il tempo necessario a sanificarla) ma intanto tutte le altre Scuole sono aperte e i ragazzi partecipano.

Salvate il “soldato” alunno.

Non possiamo permetterci, dopo aver perso una generazione di nonni, di perdere una generazione di figli e nipoti.

Don Maurizio

 

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