Quinto incontro dei gruppi di ascolto: la scheda e il video

GdA 22-23 5
“Quando pregate dite: PADRE”
Quinto incontro: “Chiunque si esalta sarà umiliato”
Il fariseo e il pubblicano – Luca 18, 9 – 14
• Attendere la parola
Signore Dio, che davanti ai tuoi occhi
non sia trovato il peccato;
se per la fragilità della mia natura
ho mancato in parole, opere, in pensieri
perdonami tu, che hai sulla terra
il potere di rimettere i peccati.
Fa’ che io riprenda coraggio e,
quando sarò spogliato del mio corpo,
che io venga trovato senza macchia
nella bellezza dell’anima mia.
E il mio spirito, allora, sia accolto
Irreprensibile e puro nelle tue mani,
come profumo che sale al tuo cospetto.
Gregorio di Nissa
• Ascoltare la Parola
9Disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: 10«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. 11Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. 12Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. 13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto
dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. 14Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
• Intervento dell’animatore
• Per approfondire
Signore, ti adoro,
anche se non so che cosa vuole dire.
Ti ringrazio,
anche se solo a parole.
Ti chiedo perdono,
anche se senza una lacrima.
Ti offro tutto,
anche se non ho niente.
Ti voglio amare,
anche se ne sono assolutamente incapace.
Padre Agostino Gianola
Il protagonista della preghiera è lo Spirito Santo
La preghiera cristiana è un’attività che ha come protagonista li Spirito Santo che prega in noi, perciò ha un’oggettività al di là di noi stessi: l’autenticità della preghiera non dipende quindi dal nostro stato d’animo terminata la preghiera. Tutta la “traditio” cristiana è concorde su questo punto. I monaci soprattutto hanno sempre insistito sulla necessità e l’importanza della preghiera notturna, di quella preghiera cioè in cui anche il corpo soffre e partecipa. Una preghiera durante la quale sovente ci si addormenta, si mormorano a fatica i salmi mentre gli occhi si appesantiscono e la fatica cade sul libro aperto davanti: è una preghiera per nulla gratificante, potrebbe sembrare più un dormiveglia che una lode a Dio, ma è la preghiera che il Signore gradisce maggiormente perché non sgorga da un puro esercizio intellettuale ma da una dura lotta cui partecipa tutto l’essere, anima e corpo: “Io dormo, ma il mio cuore veglia”, afferma la sposa del Cantico (Ct 5,2). Questa consapevolezza che non siamo noi a pregare ma che è lo Spirito che prega in noi è quella che garantisce perseveranza e continuità alla nostra preghiera, liberandoci dal soggettivismo e dagli entusiasmi passeggeri.
Enzo Bianchi – La preghiera fatica di ogni giorno
• Silenzio
• Comunicazione nella fede
1) Quali sono le maggiori fatiche/ostacoli ad una preghiera costante ed intensa?
2) In quali aspetti della preghiera “povera” mi ritrovo maggiormente?
Dare tempo
Dare corpo = dare presenza
Dare sguardo
Dare ascolto
Dare cuore
Dare parole
Dare la nostra povertà
• Preghiera: Padre nostro

 

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